Come difendersi dai cinghiali: tante soluzioni da attuare - Verde Azzurro - Notizie

2023-03-01 11:40:32 By : Mr. Jun xin

I cinghiali sono diventati sempre più un problema di grande rilievo, non solo in campagna ma anche nelle periferie delle nostre città. Oggi vediamo come difendersi dai cinghiali.

Prima di parlare di come difendersi dai cinghiali, conosciamo meglio questo animale.

Il cinghiale è a tutti gli effetti una specie ubiquitaria, ossia riesce a vivere praticamente ovunque.

È considerato onnivoro, in quanto si nutre praticamente di tutto. Dalle ghiande agli invertebrati, persino i cuccioli di capriolo.

In Italia sono presenti 3 sottospecie:

Esclusa la sottospecie sarda, le altre due risultano inquinate geneticamente dalla introduzione, per scopi venatori, di esemplari originari del centro-Europa e dei Balcani.

Tutti sappiamo ormai che gran parte dei cinghiali presenti in Italia, ad oggi, sono per la maggior parte di origine balcanica.

I cinghiali provenienti da Ungheria, Bosnia, Albania ecc. sono stati importati illegalmente dopo la seconda guerra mondiale per aumentare la popolazione di cinghiali nel nostro paese.

A quale scopo? La caccia, ovviamente.

Fino agli anni 50-60, i cinghiali presenti in Italia si limitavano ad occupare zone ristrette del paese: il “vero” cinghiale italiano è originario della Maremma toscana e laziale. Oltre a questo, era, ed è, presente una sottospecie in Sardegna, di dimensioni più ridotte.

L’importazione di cinghiali balcanici ha causato incroci tra le varie sottospecie (italica e balcanica) e di conseguenza un inquinamento del DNA dei cinghiali presenti sul territorio italiano.

I cinghiali importati hanno dimensioni maggiori rispetto ai nostri, sono più longevi e partoriscono un numero più elevato di suinotti (10-12 contro 4-6).

Il fatto poi che si riesca ad adattare ad ogni tipo di ambiente, lo rende una specie nociva per molte colture agricole e, possiamo dire, spesso anche per l’incolumità delle persone.

Tant’è vero che l’incremento annuo di una popolazione di Cinghiale è valutabile fra un minimo del 220% e un massimo di 360%, di tutte le femmine presenti.

cinghiali importati hanno dimensioni maggiori rispetto ai nostri, sono più longevi e partoriscono un numero più elevato di suinotti (10-12 contro 4-6).

È bene sapere come difendersi dai cinghiali anche dal punto di vista della sicurezza stradale.

Uno studio eseguito dal sottoscritto presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze ha riportato che la maggior probabilità di attraversamenti da parte di animali selvatici è da ritenersi nelle ore di buio, in particolare:

Non sono rari i casi in cui, durante il periodo di raccolta, si scenda in campo e si abbiamo spiacevoli incontri.

I cinghiali che stavano mangiando nel campo durante le prime ore del giorno possono ritrovarsi davanti a noi e sentirsi minacciati.

In questo caso, e nel caso in cui alcuni cuccioli (suinotti) comincino a richiamare la loro madre “strillando”, il rischio di essere attaccati dal cinghiale si fa altissimo.

Il cinghiale ha una dentatura molto complessa, compresa di zanne, capaci di azzannare e tritare tutto ciò che si ritrova sotto le sue fauci.

Esempio di zanne di cinghiale. Sono presenti quasi unicamente nei maschi e servono anche come difesa contro i potenziali predatori.

È ormai evento comune in molte città, come ad esempio nella stessa Roma, poter vedere cinghiali nei giardini e nei parchi, perfino in qualche rotonda. Per tale motivo è molto importante sapere come difendersi dai cinghiali.

Una delle popolazioni più consistenti, ad esempio, si riscontra in zona Salaria, proprio vicino ai palazzi dove vivono i cittadini della Capitale.

Anche andare a passeggio con il proprio cane può diventare pericoloso, per non parlare se ci troviamo nel parco con dei bambini che giocano.

Difendersi dai cinghiali non è cosa da poco. Ecco perché è fondamentale sapere come difendersi dai cinghiali.

Ciò che sto per scrivere potrebbe anche turbare la moralità e l’emotività di qualcuno, ma è ciò che scientificamente è stato comprovato per ridurre le popolazioni.

Vediamo insieme quali possono essere i metodi più utilizzati, suddividendoli in:

Tra i metodi risolutivi, troviamo i seguenti:

Anche senza alcuna particolare modifica dell’ecosistema, qualsiasi popolazione animale subisce continui cambiamenti in quanto varia la densità, la natalità, la sopravvivenza, la struttura per classi di età ed altre caratteristiche che possono causare in ogni momento un’evoluzione nella dimensione e nella composizione della popolazione stessa.

Il primo elemento da considerare è che l’accrescimento risulta proporzionale alla consistenza numerica della popolazione.

Infatti, poiché l’aumento dipende dalla capacità riproduttiva di coloro che ne fanno parte, maggiore è la popolazione, maggiore sarà la velocità di accrescimento (Casanova, 2006).

Molto spesso, in natura, la riproduzione tra individui avviene più che altro in dipendenza della disponibilità di cibo. Essendo il cinghiale una specie molto adattabile, ecco che può cibarsi di elementi e pertanto favorirsi la riproduzione in più periodi dell’anno (Casanova, 2006).

È vero anche, però, che esiste un evidente contrasto tra le potenzialità di espansione delle popolazioni e la loro capacità a mantenere un aumento costante, in quanto le suddette potenzialità vengono limitate da:

I punti appena elencati, però, meritano una discussione. È vero che l’aumento di una popolazione di cinghiali provoca una riduzione delle fonti alimentari, ma è altrettanto vero che questi cercheranno altre zone ove procurarsi il cibo. Ecco perché ce li troviamo anche sotto casa.

L’aumento dei predatori, come ad esempio il lupo e le sue problematiche, è uno dei tantissimi motivi per cui la presenza del lupo è aumentata nel nostro paese. Il lupo caccia soprattutto cuccioli di cinghiale, fortunatamente riducendo le popolazioni di questo suino.

Il tutto può essere riassunto secondo lo schema seguente:

Altana per caccia di selezione.

Per sapere come difendersi dai cinghiali è fondamentale conoscere l’esistenza della gestione faunistica.

La gestione faunistica rappresenta il complesso degli interventi sulla fauna che apportano delle modifiche nella situazione esistente e nell’evoluzione futura.

Essa quindi non va riferita solamente alla caccia di selezione, ma deve prevedere anche tutte le azioni operate dall’uomo che hanno conseguenze sulla fauna, allo scopo di analizzarle, gestirle e cercare di porre rimedio ad eventuali danni che possano determinarsi nel presente e nel futuro.

Quindi la gestione faunistica non può essere mai limitata al semplice controllo della fauna, ma prevede anche la gestione dell’ambiente e delle attività umane (Perco e Tosi, 1985).

La caccia di selezione trova una razionale applicazione nella gestione del cinghiale che rappresenta il prelievo organizzato, su basi scientifiche, di popolazioni assestate con l’obiettivo di favorirne la vitalità e quindi la conservazione, in un rapporto di equilibrio dinamico con l’ambiente (Casanova, 1993).

La capacità faunistica, ossia il numero di animali che un habitat può contenere, si identifica in un rapporto equilibrato tra la vegetazione (produttori primari) e le popolazioni animali selvatiche che consenta di gestire l’ecosistema favorendone l’evoluzione verso una fase climax.

Ad esempio, in una zona dove vi è una produzione di legname e prodotti orto-frutticoli, la densità di ungulati dovrà essere minore che nelle aziende faunistico-venatorie. In zone in cui è presente l’allevamento di animali per la realizzazione di prodotti caseari, la presenza del lupo non è ammissibile! Figuriamoci alle periferie delle città!

Definita la densità di popolazione più opportuna per una determinata area, si passa alla struttura che la popolazione dovrà avere, ricordando che i biologi consigliano un rapporto 1:1 tra maschi e femmine.

La caccia di selezione (particolare tipo di caccia praticata su altane ben posizionate) trova in questo caso fondamentale importanza in quanto è uno dei modi per ridurre e strutturare una popolazione, selezionando (come dice il nome) gli animali da abbattere.

Una popolazione di animali selvatici, e quindi anche del cinghiale, avrà all’incirca una struttura piramidale, come si può vedere nella foto seguente.

Schema di struttura di una popolazione. Una popolazione “che sta bene” ha una struttura come quella rappresentata in alto.(Immagine da “Il cacciatore di selezione”, P. Casanova, 2006).

Se quindi le popolazioni di cinghiali si ritrovano in una situazione come quella raffigurata nella prima piramide a partire dall’alto, l’unico modo per contenere la popolazione stessa è una caccia di selezione mirata all’uccisione dei cuccioli.

In questo modo si avrà dapprima una situazione simile a quella rappresentata dalla piramide centrale, per poi stazionarsi come quella della piramide più in basso.

Per quanto la cosa potrebbe sembrare crudele, dobbiamo pensare in modo razionale e scientifico così da limitare i danni ad altri animali, alle piante, all’agricoltura, agli esseri umani e all’ambiente tutto.

La caccia al cinghiale è solitamente chiamata “cacciarella” o anche “caccia alla posta”.

Questo tipo di caccia non danneggia le popolazioni di cinghiali, anzi in alcuni casi le favorisce.

Cacciatore alla posta, aspettando il passaggio di un cinghiale.

Solitamente i cacciatori tendono ad uccidere l’animale più grande, più robusto. Solitamente questo soggetto rispecchia il maschio adulto.

Sarà solo ed unicamente il maschio adulto (solengo) a fecondare le femmine del branco, non prima aver lottato duramente contro i giovani che vogliono prendere il suo posto.

Capite bene che, seppur vigoroso, un maschio non riuscirà a coprire tutte le femmine e, seppur ce la dovesse fare, lo farà in un periodo di tempo più lungo.

Se invece tale maschio adulto venisse a mancare, più giovani feconderanno più femmine e la popolazione avrebbe la tendenza ad aumentare.

È altrettanto vero, comunque, che la cacciarella non permette una scelta dell’animale da uccidere (al contrario della caccia di selezione).

I prelievi venatori vengono statisticamente eseguiti in modo random, casuale. Pertanto, è possibile che vengano eliminati soggetti di qualsiasi rango e classe d’età.

Ma quali sono i metodi preventivi su come difendersi dai cinghiali.

Continuiamo la nostra descrizione su come difendersi dai cinghiali esponendo i metodi preventivi. Tra questi, i più comuni sono:

Scegliere solo reti robuste, resistenti e di buona qualità, durature nel tempo.

Ecco uno dei metodi meno cruenti su come difendersi dai cinghiali.

Per impedire il passaggio ai cinghiali e ad animali di grossa taglia occorrono reti robuste che non si smaglino e non arrugginiscano.

La rete anti-cinghiale è a doppia torsione con maglia 8×10 cm tessuta con un filo di diametro minimo 2,7 mm, protetto contro la corrosione da una lega metallica che ha le stesse caratteristiche tecniche delle reti utilizzate per il rafforzamento corticale (le cosiddette reti paramassi).

Tali reti sono in altezza 2 m, in considerazione del fatto che 40-50 cm devono essere interrati, ed hanno i fili di bordatura di spessore 3,4 mm. Vengono generalmente fissate a pali di legno di opportuna lunghezza.

Esempio di recinzione anti-cinghiale elettrificata.

Uno dei metodi più utilizzati per difendersi dai cinghiali è l’utilizzo di recinzioni elettrificate.

Tali recinzioni possono essere installate ai bordi dei nostri orti, dei nostri vigneti, dei nostri frutteti e di tante altre piantagioni che vogliamo proteggere.

Ecco i 5 passi da seguire per comporre una recinzione elettrificata anti-cinghiale:

Studi sul livello di sensibilità dei cinghiali hanno dimostrato che per farli retrocedere o variare di percorso vi devono essere almeno 3.000 – 4.000 Volts sulla linea.

Cannone che spara a salve, collegato ad una bombola a gas, per incentivare gli animali alla fuga.

Sono dei piccoli cannoni che, collegati ad una bombola a gas e un timer, provocano degli spari a salve ogni intervallo di tempo scelto.

Possono essere di vario tipo, a seconda delle dimensioni e della potenza.

Se volete davvero attuare i suggerimenti che vi do su come difendersi dai cinghiali, vi consiglio di non risparmiare su queste apparecchiature: ciò che potreste risparmiare oggi potete spenderlo assai di più domani.

Queste apparecchiature, poco utilizzate perché molto costose, funzionano con il principio dei raggi laser.

Dato che il cinghiale non distingue i colori, è possibile utilizzare il laser in modo che questo percepisca i movimenti degli animali che stanno per entrare nell’appezzamento.

Ricevuto il segnale di movimento, il circuito elettrico provoca un suono a decibel relativamente alti che provocheranno la fuga dei selvatici.

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