Lorenzo Maiorano, Vescovo di Siponto. Quel (poco) che di lui ci rimane | IlSipontino.net

2023-03-01 11:33:38 By : Ms. jiaxuan zq

LORENZO MAIORANO VESCOVO DI SIPONTO

QUEL (POCO) CHE DI LUI CI RIMANE

Di Aldo Caroleo, forestiero a Siponto-

Sembra che la “pia gens sipontinae” si ricordi del suo Patrono ricordandolo come : “S.Lorenzo amante dei forestieri” e magari ,in buona, parte ignorando ciò che questo autentico Gigante della Fede ha rappresentato o fatto per la Storia di Siponto e ,oltre alle meglio note vicende legate alle “Apparitio “ dell’Arcangelo Michele sul Monte Gargano.

Fu proprio la gente Sipontina che mandò una delegazione dall’Imperatore Zenone perché mandasse a Siponto una persona di grande valore per normalizzare una situazione sociale, religiosa, culturale e soprattutto morale divenuta insostenibile.

Lorenzo, da persona colta e carismatica ben sapeva le difficoltà che avrebbe incontrato in una zona ancora paganizzata e per questo la buona novella apostolica aveva molta difficoltà ad affermarsi.

Sapeva anche che il corso della storia stava cambiando anche ad opera di popolazioni nordiche agguerrite e barbare che avevano nella cultura della spada e nella guerra la loro ragione di essere

Quindi avrebbe trovato il caos e come sempre, con l’aiuto divino si avviò all’avventurosa ed esaltante Vittoria che lo aspettava.

Egli innesterà in questi luoghi già permeati di un glorioso passato storico, quel culto legato alle Apparitio, di San Michele Arcagelo: Una entità divina raffigurata nell’atto di scaraventare negli inferi il Male rappresentato da Satana, nella epocale lotta tra gli Angeli Celesti e quelli del Tentatore. Questa scena sapientemente e poderosamente descritta da Giovanni nel Libro dell’Apocalisse.

Ed è questa Entità Celeste, ma guerriera , che proprio quei popoli bellicosi temeranno.

E il frutto di questo grande intuito di Lorenzo sarà rappresentato, in seguito dalla Conversione dei Longobardi che faranno della Grotta di Montesantangelo il loro Santuario Nazionale .

E Il Gargano, la Montagna del Sole, con la sua Grotta, e anche Siponto ,diventerà uno de punti dei Pellegrinaggi incentrati sui luoghi dell’ HOMO , dove c’erano i corpi di San Giacomo (Santiago di Compostela) ,poi Roma (San Pietro e Paolo), poi l’ANGELUS (Montesantangelo, appunto) e il DEUS (I luoghi di Dio, la Terrasanta).

E le strade dei Pellegrinaggi vedranno per secoli, ed ancora oggi l’incontro tra Popoli di lingue diverse, etnie diverse alla ricerca di una Verità : insomma dell’Assoluto: un cammino purificatore e rigeneratore dello spirito.

Lorenzo, secondo le fonti , giunse a Siponto portando con sé le reliquie dei Protomartiri Stefano ed Agata in un’urna: il braccio di S. Stefano e la mammella di Agata, donate dall’Imperatore,Zenone.,insieme alla delegazione sipontina che era andata a Costantinopoli.

Giunto nei pressi del Porto dell’antica Città pose l’urna con le reliquie dei Protomartiri a terra mentre il popolo lo accoglieva festante. Quando fu il momento di dirigersi verso a città, l’urna con le reliquie era divenuta così pesante che non vi fu verso di spostarla fino a che non fu fatto voto di costruire una chiesa dedicata ai Protomartiri.

La chiesa diventerà anche il fulcro della Necropoli della Siponto Antica, riconoscibile oggi nell’area della Pineta di Siponto, addossata alla riva del canaliculus lapillorum oggi noto anche come il Canale delle acque alte o piu semplicemente il fiumetto di Siponto.

Di questo edificio religioso, riportato alla luce durante i lavori di Bonifica degli anni trenta rimangono delle basi dell’apparato delle colonne della chiesa che date le dimensioni, danno contezza di un edificio notevole.

Vi sono anche in superficie, delle tombe scavate sub divo nel manto tufaceo. Un Ipogeo con i resti di 12 tombe all’ interno delle quali, sono stati riposti dei frammenti di colonne, di fregi, di elementi architettonici. (Foto chiesa s.Stefano e Agata)

Il pezzo più prezioso è un lacerto di mosaico policromo databile VI Sec. chiara arte costantinopolitana e facente parte dell’intero pavimento della chiesa che per ovvie ragioni si estendeva al di là della piccola superfice recintata.

Un gioiello ancora tutto da scoprire che certamente sconfinava nella vicina Pineta di Siponto: un sito unico che tutt’ora è chiuso per una discutibile quanto assurda decisione di chi dovrebbe al contrario incentivarne l’apertura e anche proseguire le ricerche che sicuramente riserveranno straordinarie sorprese.

Lorenzo amplierà inoltre la chiesa paleocristiana ad una sola navata costruita da Felice I sui resti di una domus ecclesia , cioè una casa di qualche romano convertito dove i primi cristiani Sipontini si riunivano per le loro funzioni religiose.

La chiesa di Felice era ad una sola navata,con abside ad est, con una pavimentazione a mosaico con tessere bianche e nere con decorazioni a crocette, rombi, poggiante su un mosaico a tessere bianco e nere della domus romana.

Lorenzo, amplierà l’edificio di Felice I rendendolo a tre navate e a croce latina e facendo sovrapporre sul pavimento musivo della chiesa di Felice, una nuova pavimentazione musiva, policroma opera di maestranze costantinopolitane.

Oggi questi tre periodi sovrapposti no sono più visibili perché letteralmente di nuovo ricoperti per far posto ad una quanto meno discutibile realizzazione di un manufatto in rete metallica che ne impedisce la lettura sorica.

Di questa pavimentazione musiva policroma di eccezionale pregevolezza sarà recuperata solo una parte, negli anni 70 e posta su un pannello che si trova sulla parete di sinistra entrando nella Basilica.

Inoltre fece costruire come in tutte le chiese palecristiane,un Battistero dedicato a San Giovanni dotandolo di opere grandiose:

“…praeclara et admiranda speciositate,diversis coloribus minutisque vitreis lapidus fulvo auro supportatis,opere mausoleo”

(….di una bellezza incomparabile e meravigliosa,ricca di pietre vitree di diverso colore e piccolissime sostenute da biondo oro,di ispirazione mausolea”).

E queste opere Lorenzo le estese anche alle chiese suffaganee della sua Diocesi.

E la Cripta della S.Maria potrebbe essere , se non tutta la superficie, proprio il retaggio de Battistero Laurenziano, che oggi è desolatamente chiusa.

Le foto danno contezza di quanto rimane dell’opera , a Siponto, di Lorenzo Maiorano del quale si conserva la reliquia in Cattedrale, del suo braccio recuperato dopo l’incendio operato dai Turchi nella Cattedrale nel loro distruttivo saccheggio.